ALBUM FOTOGRAFICO, PROPOSTA DI VIAGGIO INSOLITA PER TURISTI CURIOSI
In queste pagine vi proponiamo un tour fuori dal circuito abituale di visite che le guide propongono al turista. E’ un tour infatti che vi porterà su luoghi di storia recente ma sempre con un occhio attento al passato antico. Qualcuno dirà che è un itinerario minore rispetto al noto circuito classico sulla storia antica e medioevale. Tuttavia non dovete vederlo in alternativa ma complementare alle fondamentali visite delle località storico archeologiche. L’appassionato di architettura troverà notizie sulla storia e sullo stato di conservazione degli edifici e dei luoghi mentre il turista attento agli aspetti culturali scoprirà pagine inedite di storia e luoghi altrettanto poco noti e poco frequentati ma per questo non meno interessanti. Questo tour è una dimostrazione concreta di come si possa fare del turismo sostenibile e alternativo.
In questo tour, realizzato nell’ottobre 2002, sono stati fotografati gli edifici d’uso pubblico e privato, le varie località storiche ed i siti d’interesse militare relativi al periodo dell’occupazione italiana. Per completare il tour consultate le pagine sull’ architettura di Rodi oppure sui vecchi aeroporti italiani. Ci auguriamo che il governo locale possa e voglia riutilizzare gli edifici ancora in stato di abbandono e continui nell’opera di valorizzazione e restauro degli altri. Buona visita.
A fianco la cartina edita dall’Ente Turistico ENIT nel 1939, ci sarà molto utile nel nostro tour virtuale per confrontare la vecchia toponomastica italiana con quella attuale.
Veduta aerea della città murata e dei luoghi della storia recente di maggior interesse.
Cominciamo il nostro tour dall’edificio dell’Acquario, situato all’estrema punta dell’isola detta Kumburnù dove sorgevano gli antichi cimiteri turchi, interessante la fauna ittica mediterraneo ospitata nelle vasche.
Tra l’attuale palazzo di Giustizia ed il municipio di Rodi, sorge la caserma Principe prima sede dei Reali Carabinieri ed oggi sede della polizia ellenica, insomma cambiano i tempi e le divise ma non l’uso finale dell’edificio. Consigliamo tuttavia di non farsi arrestare solo per visitare la caserma…
5 giugno 1934 la caserma Principe di Piemonte durante la celebrazione dell’anniversario della fondazione dei Reali Carabinieri, al centro in divisa bianca con fascia il Governatore Mario Lago. Confrontandola con la foto sopra, si può notare come sia stata modificata la facciata, con l’inserimento di un piano che altera le proporzioni originali verticalizzandone l’aspetto.
Chissà quanti, tra le migliaia di turisti che sostano alla fermata degli autobus del Mercato Nuovo, si sono chiesti chi fossero questi due giovani militari. Erano due cittadini rodioti che aderirono al Battaglione Sacro, una formazione greca armata ed equipaggiata dai britannici che combattè al fianco degli Alleati. I due soldati rodioti, Nicholas Sava e Giorgio Kirmihalis parteciparono con i commandos inglesi ad un attacco contro gli aeroporti italiani di Rodi nel settembre 1942 ma furono catturati. Uno di essi Nicholas Sava fu condannato a morte e fucilato mentre Giorgio Kirmihalis essendo minorenne fu condannato all’ergastolo, morì di tisi dopo il suo rientro a Rodi nel 1946.Sull’episodio si veda la bibliografia del sito.
Quest’edificio un pò nascosto che sorge quasi di fronte alla Porta D’Amboise, era la sede del Comando dell’ Aeronautica dell’Egeo. Oggi ospita un’ istituto di formazione ma va ricordato sopratutto perchè vi furono rinchiusi nel luglio 1944 gli ebrei di Rodi. Detenuti per giorni senza cibo furono poi trasferiti in condizioni disumane ad Auschwitz. Di circa 5.000 persone se ne salvarono meno di una decina. Sui crimini nazisti si vedano altre pagine del sito.
Questo stabilimento balneare di gran moda tra i giovani turisti nordici che lo popolano verso le 12 del mattino e qui si crogiolano al sole bombardati da musica assordante era una sessantina d’anni fà sede del prestigioso Yacht Club, frequentato dalla crema della borghesia italiana, è proprio il caso di dire “o tempora o mores” come cambiano i costumi…
Nessuno potrebbe sospettare che questo modesto edificio accanto allo stabilimento balneare fosse l’antico lazzaretto di Rodi. Vi erano infatti confinati in quarantena tutti i viaggiatori provenienti da paesi a rischio epidemia.
Nel centro della zona di passeggio di fronte al porto Mandraki, sorge l’edificio del mercato nuovo New Market, progettato dall’arch.Di Fausto è una specie di bazar pieno di negozi per Budget Tourist e sono scomparsi i banchi della frutta e del pesce.Peccato.
Nei giardini del Palazzo del Gran Maestro, ci si può imbattere in alcune statue raffiguranti i più famosi imperatori romani. Osservandole bene si notano diversi fori di proiettile ed a quella di Giulio Cesare manca la testa. Esse furono donate da Mussolini e furono installate nella piazza Balbo ora piazza del Municipio. Hanno fatto le spese di certi rancori dei nazionalisti greci contro il regime fascista. Poco male erano veramente orribili e di fattura grossolana.
ALBUM FOTOGRAFICO, PROPOSTA DI VIAGGIO INSOLITA PER TURISTI CHE NON SI ACCONTENTANO DELLE SOLITE METE
Poco lontano dall’ acquario verso la strada dell’aeroporto, alcuni mulini medievali sono contornati da orribili alberghi (quello in foto è abbandonato). Le condizioni di degrado del mulino sono evidenti ma è possibile che non sia venuto in mente all’assessore al turismo di Rodi di restaurare qualcuno dei mulini e fare un museo della civiltà contadina ? Oppure di destinarli a sede di qualche mostra o associazione culturale ? Il panorama dell’offerta e delle iniziative culturali durante la stagione estiva a Rodi è penoso. Qualche concerto di musica classica ed a parte il museo archeologico non esiste altro. Nessuno ha mai pensato di allestire un museo delle arti e tradizioni popolari ? A quanto pare l’unica cultura è quella dei fast food, della birra e delle discoteche.
Ci passano sopra centinaia di auto ogni giorno ma la sua struttura è solidissima, questo è il vero primo ponte di Rodi, fu costruito dal Genio militare italiano nel 1912.
Non ci sono più divise grigioverdi in quest’edificio, dopo la bonifica dai più vistosi simboli fascisti, la Caserma Regina sede del Comando Divisione Regina, ospita ora un centro di formazione per insegnanti, la presenza di giovani e simpatiche maestre nonchè l’ottima ristrutturazione dei locali hanno definitivamente cancellato la pesante atmosfera di caserma, ora vi si respira un clima solare allietato anche dalla presenza degli allievi ed allieve di una scuola vicina.
Visto che a Rodi, a parte il Museo Archeologico, non ci sono musei ci si arrangia privatamente. Vasili Paraponiaris, un appassionato collezionista di reperti e storia militare ha allestito nella sua officina un museo personale. Il museo composto da vari pezzi originali (elmetti, fucili, gavette, medaglie, foto etcc.) è notevole. Qui vediamo un pezzo di carlinga probabilmente di un velivolo plurimotore Caproni Ca 311.
Fronte Chiesa San Francesco
Dettaglio Chiesa San Francesco
Interno Chiesa San Francesco
Croce Mausoleo Italia
Dettaglio Mausoleo Italia
Proseguendo nel nostro itinerario iniziato dalla città di Rodi lungo la vecchia strada costiera, dopo aver superato Kalithea e le sue terme incontriamo il villaggio di Kolymbia (S.Benedetto durante l’occupazione italiana) ed il bellissimo promontorio di Capo Vagia (noto come Capo Foca durante l’occupazione italiana, il nome stesso testimonia l’antica presenza delle foche monache). Questa zona era stata prescelta dagli inglesi come zona di sbarco per il progettato piano d’invasione “Accolade”. Come sappiamo nessuno sbarco è mai avvenuto ma la presenza di questo carro armato greco “interrrato” a mò di postazione fissa, dimostra che le paure di invasione non cessarono dopo la guerra.
Dopo Kolymbia la strada sale leggermente e si inoltra nella strettoia della Zambica, in questo punto strategico, di fronte al monastero Zambica, erano situate molte postazioni d’artiglieria italiane. Durante gli scontri del 9 e 10 settembre 1943 i reparti italiani respinsero con gravi perdite le colonne corazzate germaniche. Questa foto ritrae il panorama sulla vecchia strada da cui partivano all’attacco i reparti tedeschi provenienti dall’interno dell’isola.
A poca distanza dal passo Zambica ove il mitico capitano “pazzo” Venturini bloccò una colonna motorizzata tedesca armato di pistola Beretta (in realtà era tutt’altro che pazzo, aveva infatti nascosto i suoi uomini che al suo gesto aprirono il fuoco annientando il nemico), in cima ad una delle anonime brulle colline, sorge l’osservatorio di Monte Crucià. L’eroica battaglia dello Zambica contro i tedeschi fu diretta da quest’osservatorio ancora oggi quasi inaccessibile. La storia di questi uomini è narrata nel libro dell’allora ten. Teatini.
Martellato dalle artiglierie italiane il gruppo d’assalto tedesco subì grandi perdite. Esattamente in questa località chiamata Trioni morirono decine di soldati tedeschi, sullo sfondo a destra si vede il Monte Crucià.
Di quella battaglia ne rimane il ricordo anche nelle popolazioni locali ma difficilmente ci si può imbattere in reperti bellici come questi, proiettili inesplosi di mitragliatrice pesante ed un chiodo a 4 punte per forare pneumatici. L’intensa attività di recupero dei rottami metallici dei rodioti dopo la guerra (simile a quella dei nostri recuperanti dopo la I G.M.) lascia poche speranze al cercatore di reperti.
Riprendendo la strada costiera scorgiamo un bunker che è adesso una discarica nei pressi di Lyndos. Si trattava in realtà dell’osservatorio della Batteria navale della Regia Marina “Dandolo”, in tutto simile alle altre batterie costiere dell’isola vigilava il settore orientale della costa. La caserma annessa è ora usata come deposito del servizio nettezza urbana di Lyndos. Pessimo esempio di una discarica a cielo aperto.