La nostra meta
In una calda mattina di metà settembre 2018 dopo aver indossato una polo bianca con lo stemma del 3.o Stormo dell’Aeronautica Militare siamo usciti dal nostro albergo a Rodi con lo stesso spirito di chi va ad un pellegrinaggio, il perché di quella maglietta si capirà leggendo più avanti. Con fatica abbiamo individuato il bivio, dove la vecchia strada italiana si distacca dalla nuova Strada Statale 95 e poco dopo ci è apparso a una curva tra gli ulivi, il ponte in cemento sul torrente Gadouras, costruito dall’impresa Sardelli ed inaugurato dal Re V. Emanuele III nel 1929. Dopo una sosta reverenziale con filmati e foto ci siamo quindi diretti verso il nostro obiettivo principale, l’ex aeroporto militare di Gadurrà codice segreto 806.
A un passo da Alessandria d’Egitto
Si trattava di un aeroporto dedicato principalmente ai velivoli da bombardamento e agli aerosiluranti perché la sua pista lunga quasi 2 km era l’unica che consentiva i decolli molto lunghi necessari ai nostri trimotori S79 muniti di siluro ma ahimè dotati di motori poco potenti. Gadurrà, come era chiamato dai nostri Aviatori, questa pista desolata, si trovava in una zona paludosa caldissima d’estate e ventosa d’inverno, non esistevano caserme ne alloggiamenti in muratura ma soltanto attendamenti. Oggi questa pista di conglomerato cementizio che si vede nettamente dalla strada che la taglia nella sua parte iniziale verso monte, è utilizzata come campo di tiro dall’esercito ellenico e campo di atterraggio d’emergenza, questo fatto ha impedito alle coltivazioni circostanti di inglobare la pista. Oggi è estremamente difficile data l’estensione degli uliveti e dei campi coltivati trovare tracce della presenza di un aeroporto militare. Dicevamo che da qui operavano le nostre squadriglie di aerosiluranti la più nota è la 278.a comandata dal cap. Buscaglia ma anche la 279.a entrambe inquadrate nel 132.o Gruppo. Lo stemma della squadriglia era raffigurato da quattro gatti sopra un siluro, ma come nacque lo stemma dei quattro gatti? Per scoprirlo dobbiamo risalire alla prima squadriglia aerosiluranti, la leggendaria 278.a formatasi all’indomani del giugno 1940 sull’esperienza del 1.° Nucleo Addestramento Aerosiluranti, a quella data nonostante l’indiscussa validità dell’ aerosiluramento, la Regia disponeva di pochi velivoli e piloti addestrati per questo compito. Le azioni svolte erano state sempre condotte da “pochi” velivoli SM 79 con i loro equipaggi, appunto dai soliti “quattro gatti”. Non fu quindi difficile per l’allora cap. Massimiliano Erasi, comandante della 278.a, identificare la sua squadriglia come un insieme di 4 gatti a cavalcioni di un siluro che attaccavano il nemico soli soletti. I due gatti neri che come si sa portano “iella”, avevano appunto il compito di portarla al nemico mentre gli altri due “bianchi”, avrebbero dovuto portare fortuna alla squadriglia. Nacque così nel dicembre 1940, complice la fervida penna del S.Ten Maffei, lo stemma dei quattro gatti ed il motto ”PAUCI SED SEMPER IMMITES”. La squadriglia dei quattro gatti operò con alterne vicende nel Mediterraneo Centrale ed Orientale. Sulle vicende dei nostri aerosiluratori, di cui ricordiamo nomi come Buscaglia, Graziani, Faggioni, Erasi, Cimicchi, Aichner (per citare i più noti) molto è stato scritto e pertanto non ci soffermeremo su di esse. All’indomani dell’armistizio con la conquista tedesca degli aeroporti e di tutta l’isola di Rodi e in seguito del Dodecaneso molti Aviatori Riuscirono a riparare in Turchia da qui in Palestina e poi rientrarono in Italia dove fu ricostituita la Regia Aeronautica Cobelligerante. Non essendo più disponibili aerei da bombardamento italiani ed essendo ormai superati i nostri trimotori, la Regia Aeronautica Cobelligerante fu dotata di moderni velivoli bimotori Baltimore, pertanto caso più unico che raro fu deciso di chiamare il ricostituito stormo da bombardamento con lo stesso nome del velivolo, lo Stormo Baltimore fu ufficialmente costituito nella base di Campo Vesuvio (nei pressi di Ottaviano-Napoli) come 132.° Gruppo in data 1 luglio 1944, il personale era volontario e composto di circa 630 uomini tra ruolo naviganti e servizi a terra. Essi provenivano dal 132.° Gruppo Trasporti a sua volta originato dai seguenti Gruppi 41.° Gruppo Aerosiluranti formato dalle squadriglie 204 e 205, 104.° Gruppo Aerosiluranti formato dalle squadriglie 252 e 253, 132.° Gruppo Aerosiluranti formato dalle squadriglie 278 e 281 (entrambe le squadriglie sono considerate quelle storiche dell’aerosiluramento italiano di cui furono comandanti in periodi diversi Buscaglia ed Erasi ). Ma essendo i piloti quasi tutti provenienti dagli aerosiluranti si decise di adottare lo stemma dei quattro gatti, con coda ritta in fila indiana a passeggio sul globo che apparvero sulle fusoliere dei bimotori Baltimore, sui Lightning P-38 e sugli F 51 Mustang. Per le brillanti azioni eseguite in tale ciclo operativo lo “Stormo Baltimore” meritò la Medaglia d’Argento al Valore Militare. Cessate le ostilità, il Reparto si trasferì sull’Aeroporto dell’Urbe e poi a Palese (Bari). Nel settembre 1948, dotato di velivoli da caccia P-38 Lightning assunse la denominazione di 3° Stormo Caccia”.
Il 3.o Stormo erede degli Aerosiluranti
Finita la guerra, lo stormo cambiò missione diventando uno stormo da ricognizione ed il distintivo venne modificato: scomparvero il globo e il motto, e i quattro gatti due bianchi e due neri, simbolo della ricognizione notturna e diurna, vennero dipinti sullo sfondo di colore inverso. Il 3.o Stormo ha cessato da diverso tempo il suo ruolo ed ora sito sull’aeroporto Villafranca di Verona ha compiti logistici.
Ed ecco perché abbiamo deciso di fare questo pellegrinaggio insolito con quello stemma sulla polo proprio per rendere omaggio alla memoria del 132.o Gruppo Aerosiluranti nel suo aeroporto più famoso e poi eravamo appunto “4 Gatti”…. chi meglio di noi avrebbe potuto farlo?
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