Dopo la resa delle forze armate a Rodi l’11 settembre 1943, le isole dove continuava la sovranità italiana erano Coo, Samos, Lero ed alcune isole minori.
L’operazione di conquista delle isole da parte tedesca denominata Eisbar fu attuata con determinazione e ferocia.
A novembre la piazzaforte di Lero era l’unica ancora in mano italiana, ma non esisteva la necessaria copertura aerea da parte della RAF.
La Luftwaffe iniziò pertanto a martellare l’isola con estesi bombardamenti.
L’isola era presidiata da milleduecento uomini, prevalentemente marinai delle batterie costiere, affiancati da fanti della divisione Regina.
In loro aiuto giunsero quattromila uomini dell’esercito inglese.
Dal giorno 13 settembre, data d’inizio dei bombardamenti aerei tedeschi, sino alla mezzanotte del 16 novembre, momento della resa, per oltre due mesi i militari italiani resistettero.
Il comandante dell’isola, ammiraglio Luigi Mascherpa, sostenne con determinazione l’assedio e rifiutò ogni proposta di resa.
Catturato dai tedeschi e condotto prigioniero fu fucilato insieme a Campioni il 24 maggio 1944 dopo essere stato processato da un tribunale fascista.
Insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare egli è stato un luminoso esempio di coraggio, fedeltà al suo giuramento e senso del dovere.
La battaglia di Lero costò 520 perdite ai tedeschi, 600 agli inglesi e un centinaio agli italiani; furono catturati 3200 inglesi e 5000 italiani.
La battaglia di Lero seppur sfortunata fu, insieme alla battaglia di Porta S.
Paolo a Roma, alla battaglia di Cefalonia, il debutto della resistenza italiana all’occupazione tedesca.