Il grande Risiko del Mediterraneo, le forze in campo tattica e strategia.
Uno schizzo del ten. Orlando Veroni sull’attacco portato dagli aerosiluranti il 12 agosto 1942 nel Canale di Sicilia.
Sempre dal documento citato del dicembre 1940 un paragrafo dedicato al fronte dell’Albania e dell’Egeo quando stava per iniziare la disgraziata impresa contro la Grecia che avrebbe impegnato le nostre forze sino alla primavera 1941 quando l’alleato tedesco venne a trarci d’impaccio invadendo Jugoslavia e Grecia.
Qualora venissero a mancare le prime due condizioni [esplorazione aerea e sbarramento di sommergibili], il che è presumibile, si dovrebbe o tenere tutte le notti in crociera siluranti e incrociatori, con grande logorio dei mezzi e consumo non tollerabile di nafta, o adattarsi a subire qualche danno con scarsissima probabilità di tempestiva reazione. E questo è ciò che si deve prevedere data la nostra disponibilità di aerei e di unità navali
In definitiva per ottenere la massima economia nell’impiego delle forze, bisogna soprattutto aumentare d’urgenza i mezzi per l’esplorazione aerea. Costituisce questo il postulato fondamentale per la condotta delle operazioni marittime, non solo nel limitato settore adriatico dove la brevità dei percorsi esige la massima tempestività dei movimenti, ma anche in tutto il Mediterraneo.
Quanto al secondo aspetto, l’assenza di basi navali di adeguata efficienza militare e logistica in Egeo non consente di tenervi permanentemente dislocata una importante aliquota di forze navali. Perciò eventuali incursioni contro il traffico fra l’Egitto e la Grecia dovrebbero essere effettuate partendo da basi nazionali con evidenti gravissimi rischi date le distanze da percorrere nonché con notevole probabilità di non poter realizzare la sorpresa. In conseguenza di ciò detto traffico non può per ora essere sistematicamente attaccato che con velivoli e con sommergibili.
L’analisi della guerra aeronavale del Mediterraneo è troppo complessa per poter essere affrontata in poche pagine, tuttavia per quanto riguarda le forze italiane in Egeo osserviamo che l’andamento negativo della guerra in Africa settentrionale e la svolta dell’ ottobre – novembre 1942 con la vittoria britannica ad El Alamein avrebbe marginalizzato ancora di più l’area dell’Egeo spostando sempre più a Ovest lo scontro. Buona parte delle logore forze da bombardamento della Regia Aeroanutica ed in particolare gli Stormi aerosiluranti sarebbero stati distolti dal Mediterraneo orientale e rischierati in Sicilia e Sardegna, prima per difendere i convogli in ritirata dalla Tunisia agli inizi del 1943, successivamente per difendere Pantelleria ed infine durante lo sbarco alleato in Sicilia del luglio 1943. Ma Rodi era ormai lontana ed isolata, abbandonata al suo destino dopo l’armistizio sarebbe diventata un grande lager all’aperto sino alla resa dell’aprile 1945.