Il grande Risiko del Mediterraneo, le forze in campo tattica e strategia.
Per comprendere le vicende della Regia Aeronautica sia nell’Egeo sia nello scenario più generale del Mediterraneo bisogna analizzare il quadro strategico di riferimento, in quest’analisi non possono essere separate le vicende navali. La dottrina strategica della guerra navale nel Mediterraneo adottata da entrambi i contendenti, Regia Marina e Royal Navy, si basava non sul confronto tra squadre navali per la distruzione dell’avversario quanto sulla paralisi e distruzione delle linee marittime di comunicazione assicurandosi il libero uso delle proprie. La Royal Navy era complessivamente più forte della Regia Marina e disponeva di due squadre navali, la Forza H di base a Gibilterra e la Mediterranean Fleet di base ad Alessandria, inoltre la base di Malta, collocata in mezzo al Mediterraneo centrale fungeva da cardine. Tutte le battaglie aeronavali del Mediterraneo centrale originarono sempre dalla stessa necessità, per la Royal Navy di rifornire Malta per la Regia Marina di assicurare i rifornimenti ai possedimenti italiani, queste battaglie si svolsero secondo un copione identico, l’uscita contemporanea della Forza H e Mediterranea Fleet a convergere su Malta. Tuttavia mentre la Regia Marina doveva assicurare la scorta al flusso ininterrotto di convogli italiani che si dirigevano soprattutto in Africa settentrionale, le squadre della Royal Navy si concentrano solo 14 volte in 28 mesi per scortare grandi convogli. Tuttavia l’offensiva britannica ai convogli italiani diretti in Africa, Albania, Egeo e Grecia fu svolta prevalentemente da sommergibili e aerei raramente le unità di superficie leggere attaccarono i convogli. Sebbene il contrasto all’attività navale britannica fosse condotto principalmente dai mezzi subacquei e navali dalla Regia Marina i risultati furono deludenti, possiamo affermare che i migliori risultati furono conseguiti dalla Regia Aeronautica e dalla Luftwaffe. Tutte le più note e complesse operazioni aeronavali, scaturirono sempre dal tentativo di contrastare grossi convogli inglesi che si dirigevano a Malta sia provenendo da Est che da Ovest ricordiamole:
- Punta Stilo, 9 luglio 1940,
- Capo Teulada, 27 novembre 1940
- Sardegna, 10-11 gennaio 1941
- Canale di Sicilia, operazione Excess, 26-28 settembre 1941
- Golfo della Sirte, operazione Haldberd, 17 dicembre 1941
- Operazione mezzo, giugno 1942
- Operazione mezzo, agosto 1942
La corazzata Cavour affondata dagli aerosiluranti britannici Fairey Swordfish nella notte dell’11 novembre 1940, la flotta inglese composta dalla portaerei Formidable era prima transitata in Egeo ed aveva effettuato un’incursione su Rodi.
Alcuni di questi velivoli furono abbattuti dai ns. Cr 42 della 162.a squadriglia e due catturati ma nessuno tra i vertici di Supermarina e tantomeno di Egeomil si pose il problema di cosa ci facesse una portaerei da quelle parti.
Un altra operazione intesa all’interruzione del traffico marittimo tra Egitto, Grecia e Palestina avvenne nel marzo 1941 ed è nota come scontro di Capo Gaudo e Matapan.
Foto scattata il 29 marzo 1941 dal velivolo Cant Z 1007 pilotato dal ten. Manduchi dopo l’infelice esito dello scontro di Matapan. Manduchi accompagnava insieme ad altri velivoli di base a Grottaglie, la nostra flotta alla base di Taranto.
In questo contesto lo Stato Maggiore della Marina così come lo Stato Maggiore Generale non considerò mai il possedimento dell’Egeo come area strategica ai fini dell’interruzione dei traffici britannici in quell’area. Le forze della Regia Marina stanziate in Egeo furono assai limitate. Pertanto tutte le attività offensive o di contrasto verso i convogli marittimi furono sempre a carico della Regia Aeronautica.
Utilissima è la lettura di questo documento del Comando Supremo datato 16 settembre 1940:
La forza navale inglese nel Mediterraneo è per ora concentrata nelle due basi di Gibilterra e di Alessandria,
Il nucleo di Gibilterra consta di 3 navi da battaglia, una portaerei e navi minori. Il nucleo di Alessandria consta di 5 navi da battaglia, due portaerei e navi minori.
E sempre possibile un invio da parte della Home Fleet sia per ripianare eventuali perdite sia per aumentare la potenza della flotta del Mediterraneo.
La nostra flotta è composta di 5 navi da battaglia, nessuna portaerei e navi minori.
Come consistenza essa potrebbe affrontare una battaglia col nucleo di Gibilterra. Sarebbe per contro in istato di forte inferiorità di fronte al nucleo di Alessandria.
Non è possibile calcolare su un qualsiasi rinforzo alla nostra flotta né un ripianamento alle sue eventuali perdite …
In questi primi tre mesi di guerra la flotta inglese ha conseguito i seguenti risultati:
1) Ha completamente assolto il mandato di chiusura del Canale di Suez e parzialmente quello dello Stretto di Gibilterra, dato che i nostri sommergibili hanno sempre potuto procedere oltre.
2) Ha potuto assicurare, sebbene con gravi disturbi e conseguenti perdite, il funzionamento dei convogli dalla Turchia e dalla Grecia, in ciò potentemente aiutata dal contegno assolutamente anglofilo di queste due potenze.
3) Ha completamente fallito nel compito di danneggiare il nostro traffico e ha prodotto limitatissimi danni alle nostre coste libiche.
4) Ha bene provveduto alla difesa delle sue basi, quantunque queste siano sovente attaccate dalla nostra aviazione.
Negli stessi tre mesi la nostra flotta ha conseguito i seguenti risultati:
1) Ha garantito al cento per cento le nostre comunicazioni con la Libia e l’Albania permettendo un traffico continuo e indisturbato.
2) Non ha dovuto intervenire contro attacchi alle nostre coste perché il nemico non ne ha effettuati; non ha potuto ostacolare le rare incursioni nemiche sulle coste libiche.
3) Ha concorso con naviglio leggero e sommergibili, in modo efficace, all’azione dell’aviazione contro convogli nemici, producendo al nemico perdite.
4) Ha bene provveduto alla difesa delle sue basi poche volte minacciate da forze aeree o sommergibili nemici.
Le due flotte contrapposte hanno in conseguenza, pur essendo quella inglese doppia della nostra, svolto finora la stessa serie di azioni.
Esaminando i risultati si deve concludere che la bilancia è più favorevole per noi.
Le perdite subite e i danni ricevuti dalle flotte press’a poco si equivalgono.
Chi avrebbe interesse a modificare tale stato di cose? Evidentemente la Marina più potente, ossia l’inglese.
Noi invece dovremmo augurarci che la situazione attuale, nella quale, pur essendo più deboli, possiamo corrispondere in pieno alle missioni affidate alla Marina, si mantenga sempre in questa forma.
Non vedo quindi alcun motivo per cambiare la linea di condotta sinora seguita.
La battaglia navale può essere originata da due cause:
1) incontro fra squadre nemiche di cui una cerca d’impedire all’altra l’esecuzione di una missione;
2) ricerca decisa di una squadra della forza navale avversaria per distruggerla.
Il primo caso può succedere da un momento all’altro come avvenne nel breve scontro a Punta Stilo. In questo caso la nostra Marina affronterà, se vi è probabilità di riuscita, la lotta con estrema decisione.
Il secondo caso non è nelle nostre possibilità, perché siamo i più deboli. Se lo effettuerà la Marina inglese saremo pronti ad affrontare la sorte.
Il concepire una battaglia navale come fine a se stessa è un assurdo. Non vale la pena di discuterci sopra.
Conclusione: seguire la via finora percorsa.
Gen. Pietro Badoglio
La situazione descritta da questo documento si manterrà valida fino all’autunno del 1942.