In queste pagine vogliamo ricordare non soltanto i grandi sconvolgimenti e le tragedie conseguenti all’armistizio dell’ 8 settembre 1943 in Egeo ma anche le vicende più singolari. Spesso la realtà supera la fantasia e sorge spontaneo chiedersi, leggendo tali storie, se esiste una regia occulta dietro le nostre vite. E’ tutto casuale o c’è un perchè ? E poi perchè a certuni sono riservati singolari destini…
Il s.ten. pilota Raimondo Uda era in servizio presso la 185.sq. 84.o Gruppo Ricognizione Marittima con base a Lero. Il 30 luglio 1940 parte in ricognizione col suo Cant Z 501 B (velivolo 185-8) ma per avaria al motore (l’unico dell’obsoleto e lento idrovolante) ammara nei pressi dello scoglio di Cerigotto nelle acque territoriali greche. L’Italia non ha ancora dichiarato guerra a questa nazione ma certamente non ci sono rapporti di buon vicinato. La gendarmeria greca lo arresta e viene condotto ad Atene in attesa di rimpatrio. Pur essendo ospitato in un albergo è di fatto prigioniero. Appena l’Italia dichiara guerra alla Grecia diventa ufficialmente ed automaticamente prigioniero di guerra. (28 ottobre). Quando stanno per arrivare i tedeschi è spedito insieme alle truppe inglesi in Egitto nell’aprile del 1941. Ad agosto viene internato in un campo di prigionia 5 B Mijrtleford in Australia. Probabilmente lì sarebbe rimasto sino alla fine dei suoi giorni se le continue pressioni dei suoi familiari ed una sua accorata lettera al Ministro nel luglio 1945, non avessero finalmente avuto ragione dell’oblio in cui lo avevano gettato, rientrò in Italia l’8 ottobre 1945.
Il ten. Pilota Antonio Traiano, cittadino residente a Lero, era in servizio presso il 47.o Stormo B.T. all’aeroporto di Vicenza. Nell’agosto 1943 chiede ed ottiene una licenza per andare a trovare i genitori a Lero. Colto dall’armistizio dell’8 in quell’isola, si presenta al Comando Aeroporto di Lero e vi presta servizio sino al 16 novembre 1943 quando i tedeschi sconfiggono le forze anglo italiane e occupano tutta l’isola. Il giorno stesso s‘imbarca da Portolago (Lakki) su un motoscafo ambulanza insieme al cap.Preti, com.te l’aeroporto, tre capitani, due tenenti e 10 avieri. Nei pressi della costa turca sono intercettati da una motovedetta tedesca ed internati nel Castello di Coo. Traiano riesce a fuggire e trova ospitalità presso un pastore, vive alla macchia nell’isola e solo il 7 maggio 1944 riesce finalmente a raggiungere la Turchia dove è internato nel campo d’Isparta. Dopo 45 gironi viene inviato ad Aleppo in Siria e chiede per due volte di poter ritornare in Italia a combattere i tedeschi. La sua richiesta così come quella di molti altri militari italiani viene ignorata ed il 2 ottobre viene internato presso il campo 310 nei pressi di Suez. Da notare che in questo campo erano confinati gli indesiderabili od i militari che si erano dichiarati favorevoli al fascismo. Traiano e gli avieri Fronteddu, Blangiardo, De Vito; Fiorin, Rossi riusciranno finalmente a rientrare in Italia solo il 17 febbraio 1945 a Taranto, per loro la guerra era ormai finita.