Il doloroso tributo di sangue pagato dagli italiani a seguito delle vicende dell’8 settembre nel Dodecaneso e nella vicina isola di Creta, non è stato ancora esattamente quantificato poichè in aggiunta ai caduti in combattimento, i fucilati, i morti per malattie e stenti, bisogna aggiungere le migliaia di morti nei naufragi verso la deportazione. Non furono compilate liste d’imbarco e quindi i nomi di questi morti innocenti rimarranno sempre sconosciuti, non c’è nulla di paggio del non sapere. Al dolore di non rivedere tornare un marito, un padre, un fratello, un amico si aggiunge quello dell’ignoto, anche se mettere la parola fine all’esistenza di un uomo è sempre triste rappresenta almeno una certezza. Ebbene, migliaia di familiari in Italia non hanno mai ricevuto nè una cartolina nè un qualche messaggio dal Ministero della Difesa che attestasse almeno la morte presunta. Questo totale silenzio è stato e forse ancora è per molti, un ulteriore tormento. Riceviamo moltissime e mail che ci chiedono notizie su militari caduti e dispersi, non possiamo effettuare ricerche ma possiamo dare suggerimenti e sopratutto mettere a disposizione dei nostri lettori queste pagine.
Augusto Durgante
Augusto Durgante nasce a Minerbe in provincia di Verona il 13 marzo 1919 da Pietro Durgante ed Eleonora Durgante.Nel 1942 (foto di destra in un cingolato M3 ) partecipa al corso ufficiali carristi , conseguendo il 17 aprile 1942 il patentino per la guida dei carri armati. Nell’agosto del 1943 viene inviato sull’Isola di Rodi e precisamente nella località di Psinto che si trova al centro dell’isola, presso il 312° Battaglione Carristi avente indirizzo di posta militare P.M. 550. Qui rimane fino all’8 settembre 1943 giorno dell’armistizio,viene quindi catturato dai tedeschi insieme a migliaia di commilitoni. Le poche lettere ricevute all’epoca giungono dalla Feld Post Nummer (è il codice postale usato dai tedeschi per il ricevimento ed inoltro della posta proveniente da uno dei loro campi di prigionia in Grecia) 0665K inizialmente, successivamente dalla F.P.N: 5418-2317 e in ultima dalla F.P.N. 03800C. Da indagini sulla storia postale tutti questi F.P.N. corrispondono al campo di prigionia secondario di Psinto facente parte del campo di prigionia principale di Campochiaro (campo numero 5 dei 7 presenti a Rodi). L’ultima lettera viene ricevuta nel febbraio del 1944, risulta imbarcato a bordo dell’Oria e deceduto nell’affondamento di questo piroscafo. Notizia del 8 gennaio 2011.
In questa foto scattata a Benina (Libia) il 14 dicembre 1940 possiamo vedere il ten. Bresciani primo a destra mentre a sinistra sembra di poter riconoscere il serg.magg. Casco. Interessante osservare i fori di proiettile nella carlinga che era di tela e venivano “turati” semplicemente con l’aggiunta di “toppe”. prodigio della tecnologia italiana!
Serg. magg. Casco Emilio
Serg. magg. Casco Emilio, secondo pilota di un velivolo S 79 della 252.a squadriglia, disperso il 25 luglio 1942 sulle coste dell’ Africa Settentrionale insieme al primo pilota ten. Bresciani ed all’equipaggio. L’ S79 di Casco era decollato insieme ad un altro velivolo identico pilotato dal com.te della squadriglia Egidio De Rosa, da Rodi Gadurrà (codicifica militare 806). I due aerei furono attaccati dalla caccia inglese, quello di De Rosa fu costretto ad atterrare e tutto l’equipaggio venne catturato mentre dell’altro S79 non si seppe più nulla.
Questa era la notizia da noi riportata sino al’ottobre del 2011, tuttavia come un puzzle che si ricompone piano piano, possiamo ora ricostruire le vicende del serg.magg.Casco grazie alle ricerche di un nostro lettore parente del primo pilota ten. Guido Bresciani che così ci descrive l’evento.
Emilio Casco era secondo pilota del ten. Guido Bresciani, primo cugino di mio padre, quando furono abbattuti da cacciatori inglesi sul Mediterraneo orientale. Mio padre ebbe notizia di questa disgrazia direttamente dal Com.te De Rosa che, fatto prigioniero dopo l’abbattimento, fu trasferito al campo di prigionia di Yol nella regione di Dharamsala, in India settentrionale. Il Com.te De Rosa raccontò che, prima di essere abbattuto lui stesso, vide esplodere in volo l’S.M.79 di Bresciani e Casco, probabilmente in seguito ai colpi di mitraglia di uno Spitfire che colpì il siluro che avevano a bordo. Dell’apparecchio italiano e dell’equipaggio non fu recuperato nulla, mentre il Com.te De Rosa, con alcuni membri del suo equipaggio sopravvissuti, furono recuperati in mare dagli alleati. Sembra, quindi, che non riuscirono a raggiungere la terra ferma con il loro velivolo, ma precipitarono in mare.
Con mio fratello Guido, stiamo concludendo la stesura di un libro che vuole rendere omaggio alla figura del nostro parente ten. pilota Guido Bresciani, decorato con 2 medaglie d’argento al v.m.
Marconista Lanfranco Sartori
Marconista Lanfranco Sartori, alla dichiarazione di guerra parte per il servizio di leva, prima un corso a Roma poi ottobre 41 destinazione come marconista a Rodi. E’ un giovane che ha due madrelingue Italiano e francese, conosce molto bene il tedesco e con l’inglese se la cava bene. Ha passione per la fotografia Torna in Italia un paio di volte tra il 41 e il 43. Poi silenzio. Amico dell’aviere Buoncristiani che presta servizio nello stesso aeroporto.
Aviere Giorgio Buoncristiani
Aviere Giorgio Buoncristiani, nato a Orentano (PI) il 25/09/1923. Aveva fatto il corso marconisti a Firenze Rifredi nel 1941. Il 9 settembre 1942 fu imbarcato nel porto del Pireo con destinazione Rodi. Di lui sono giunte alla famiglia diverse fotografie fatte all’aeroporto di Gadurrà, l’ultima risale al gennaio 1943. Dopo l’8 settembre 1943 non ha più dato notizie di sè.
T.col. pilota Mario Giuliano
T.col. pilota Mario Giuliano, comandante dell’87.o Gruppo B.T. 30.o Stormo di stanza a Gadurrà. Pilota di bombardiere Cant Z 1007 partecipò all’azione di bombardamento su Burg El Arab (Alessandria d’Egitto) con altri 7 velivoli svoltasi nella prima mattina del 5 settembre 1942. Il suo velivolo ed una altro non rientrarono dall’azione. Le forze armate USA definiscono tali eventi come MIA ovvero Missing in Action, in italiano traducibile come disperso in azione ma sarebbe più giusto definire caduto in azione. La differenza pur sottile tra le due definizioni implica il riconoscimento e la testimonianza dell’avvenuto decesso dei militari seppur non sia stato possibile recuperarne le spoglie. Riportiamo i nomi dei membri dell’equipaggio:
M.llo Cumo Emilio – Serg. Campanale Luca – Av. Capassi Giuseppe – M.llo Covello Armando
EQUIPAGGIO DEL SECONDO CANT Z 1007 DISPERSO
S.Ten.pilota Dal Monte Anacleto – Serg. Magg. pilota Genestretti Virgilio – Av. Sc. Vitorini Elio – Av. Sc. Corto Francesco – Serg. Ottavi
S.ten. pilota Walter Sensi
Capo equipaggio di un velivolo Cant Z 1007 decollava il 5 ottobre 1942 da Rodi Gadurrà (aeroporto 806) alle ore 13,30 per effettuare una missione di ricognizione offensiva verso le coste palestinesi. Rientrava alle ore 18,50 sotto forti temporali con scarsa visibilità ma l’apprecchio precipitava nel mare a poca distanza dalla spiaggia di Gadurrà. Deceduti serg. magg.Previti, ten. Cocco, serg.Carpani,aviere Leoni,aviere Zoccatelli. Nonostante le immediate ricerche anche il giorno dopo con palombari non veniva rintracciato il relitto, furono recuparate in spiaggia le salme di Previti e Carpani. Il relitto dell’aereo potrebbe essere stato individuato in anni recenti da subacquei greci al largo di Kalathos (Calato) come in questo filmato.
Aviere Francesco Falsetti
Francesco Falsetti di Salvatore Falsetti ed Emilia De Marco, nato a MAGLI Frazione DI TRENTA (CS) IL 18/08/22 prestava servizio presso l’Aeroporto di Rodi Reparto Servizi, di lui la famiglia aveva preso le tracce dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Fu visto imbarcarsi da un commilitone su una nave non identificata. Dichiarato disperso in prigionia nel 1947, per decenni la famiglia ha provato ad avere notizie, ha coinvolto la Croce Rossa, le Autorità e perfino il Papa. Nessuno ha mai voluto o potuto indagare a fondo sull’accaduto.
La Redazione del sito Dodecaneso agli inizi di agosto 2023, ricevuto l’appello di un nipote e tramite l’aiuto del Gen. Albanese (ex Addetto Militare ad Atene), ha potuto finalmente svelare un mistero durato 80 anni, l’aviere Francesco Falsetti è morto nell’affondamento del Petrella a Creta. Secondo il Generale Albanese è probabile che presso Iraklion (isola di Creta), vi fosse un campo di raccolta dei militari italiani provenienti da diverse località sia da Creta che dal Dodecaneso, Francesco sarebbe stato quindi deportato da Rodi in un primo momento, senza evidentemente poter dare notizie del suo spostamento. Imbarcato sul Petrella, non riuscì a salvarsi. Noi non dimentichiamo l’aviere Falsetti e le migliaia di militari italiani morti nei naufragi in Egeo.