Gli avvenimenti dell’8 settembre 1943 in Italia sono stati oggetto di studio, analisi, discussione nelle più svariate sedi. Ad eccezione delle tragiche vicende di Cefalonia la saggistica e la ricerca storica hanno confinato le vicende di quel drammatico settembre fuori dall’ Italia nel dimenticatoio. Ciò appare una imperdonabile sottrazione alla memoria storica collettiva. In queste pagine cerchiamo di colmare questa lacuna ricordando quegli avvenimenti in Egeo. Avvenimenti poco noti ma che ebbero esiti tragici, il massacro di Kos (Coo) pur non essendo paragonabile numericamente a quello ben più noto di Cefalonia, non è per questo meno terribile. Pochi sanno che Leros (Lero) rimase sotto la sovranità della Regia Marina e del Regio Esercito fino a metà novembre 1943. I marinai, i fanti, gli avieri combatterono coraggiosamente a fianco delle forze britanniche contro le soverchianti forze tedesche che li assediavano dal mare e dal cielo. Anche qui si ripetè il tragico copione degli eccidi dopo la resa dei militari italiani.
A Rodi, nonostante le incertezze e l’impreparazione che caratterizzarono la gestione della crisi da parte del Comando Militare Egeomil, alcuni reparti della Divisione Regina tennero validamente testa agli attaccanti infliggendogli dure perdite e catturando persino centinaia di prigionieri tedeschi che peraltro non ebbero torto un capello. Un episodio emblematico lo testimonia, due militari italiani che scortavano un soldato tedesco ferito all’ospedale di Rodi furono intercettati da una pattuglia della Divisione Sturm Rodos, disarmati, furono fucilati sul posto.
Il maggiore generale Ulrich Kleeman (nato il 23 Marzo 1892 a Langensalza morto il 3 gennaio 1963 a Oberursel press Francoforte sul Meno) comandante della Divisione Sturm Rodos. Prima di giungere a Rodi fu comandante del 90.o Reg,to fanteria leggera in Africa e fu ferito l’8 settembre 1942 ad Alam Halfa. Dopo la decisione del Comando Armate Sud Est di evacuare le isole fu assegnato come comandante del IV Panzerkorps poi ridenominato Panzerkorps Feldherrnhalle nei Balcani. Nonostante le sue responsabilità obiettive nelle operazioni del settembre 1943, durante la successiva deportazione dei militari italiani si oppose decisamente agli ordini dell’ammiraglio Lange di ammassare migliaia di uomini nelle navi. Il boicottaggio di questi ordini feroci limitò le perdite umane conseguenti ai naufragi.
QUESTO DOCUMENTO RIPRODOTTO IN ESCLUSIVA da DODECANESO.ORG HA UN VALORE STORICO ECCEZIONALE
Si tratta infatti dell’ordine diramato dal Comando Germanico Sud Est (sede Atene) il 21 settembre, in cui si ordina ai reparti dipendenti (Jugoslavia, Grecia continentale, Isole Ionie, tutte le isole dell’Egeo incluse le Isole Cicladi, il Dodecaneso e Creta, di trattare i prigionieri italiani senza alcuna pietà. Con questo documento vengono smentite tutte le tesi revisioniste che tendono a legittimare i massacri e le violenze da parte germanica in quanto “azioni militari” contro “franchi tiratori” che non volevano deporre le armi. Questo documento dimostra che il destino di quegli uomini era già stato deciso dalla vendetta nazista. L’Italia dichiarò guerra alla Germania il 13 ottobre successivo ma non c’è dubbio che tutte la Convenzioni di guerra internazionali potessero e dovessero essere applicate anche prima. Le stragi avvenute nel Dodecaneso così come quella di Cefalonia (9.700 uomini fucilati su 12.000) sono veri e propri “delitti contro l’umanità” e quindi imprescrittibili, purtroppo ancora oggi non è stata fatta giustizia.
DISPACCIO DEL COMANDO GERMANICO SUD EST EUROPA DEL 21 SETTEMBRE 1943
(intercettato e decifrato dal servizio segreto britannico Ultra ed ora conservato presso il Public Record Office a Londra)
DAL COMANDANTE IN CAPO SUD EST EUROPA
Il seguente si applica per il comportamento verso i Prigionieri italiani che hanno combattuto contro di noi;
Inibizioni sentimentali di ogni tipo da parte dei soldati tedeschi verso i guerriglieri fedeli a Badoglio con l’uniforme dei nostri ex camerati d’arme, sono totalmente fuori luogo.
Ognuno di questi uomini che combatte contro i soldati tedeschi, ha sacrificato ogni diritto alla pietà e deve essere trattato con la severità che la merita la feccia che rivolta le armi contro i suoi amici.
Mi aspetto che questo atteggiamento sia generalizzato senza ritardo presso tutti gli appartenenti delle Forze Armate Germaniche nell’area Sud Est e che tutti si comportino coerentemente.
Dopo la vittoria delle forze germaniche, Rodi ormai presidio assediato, visse per altri venti lunghissimi mesi la dura occupazione tedesca che trasformò l’isola in un lager, torture e fucilazioni non vennero lesinate ma ciò che uccise di più fu la carestia. Un destino simile ebbero le altre isole.
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