Il grande Risiko del Mediterraneo, le forze in campo tattica e strategia.
Da un quotidiano dell’epoca, i piloti protagonisti della battaglia di mezzo agosto 1942 nel Canale di Sicilia.
La conferma dell’importanza dell’azione di contrasto aerea la troviamo in un’altro documento dello Stato Maggiore Marina del 30 dicembre 1940 che cita espressamente l’area dell Egeo:
…D’altra parte la grande diminuzione di efficienza dell’aviazione marittima, combinata colla brevità delle giornate, ha molto ridotto la nostra possibilità di controllare i movimenti del nemico; l’assorbimento di tutte le siluranti non assegnate alle Squadre, per la protezione diretta dei traffici ha reso inattuabile il dispositivo studiato per il Canale di Sicilia; l’assegnazione alle fronti terrestri di tutti gli apparecchi dell’Armata aerea ha praticamente annullata ogni possibilità di concorso dell’Aeronautica alle operazioni navali.
Si è così determinata una situazione per cui il nemico ha la più incontrastata libertà di movimenti, salvo qualche danno sporadicamente inflittogli da qualche sommergibile e da qualche aerosilurante.
In Egeo, per motivi che si possono definire inesplicabili, i sommergibili colà dislocati non hanno ancora silurato una sola delle numerose unità da guerra e mercantili che ogni giorno transitano a levante di Creta, senza preoccuparsi di farsi vedere dalla nostra stazione di vedetta di Caso.
Si può affermare in definitiva che ciascuno dei due belligeranti mantiene fin dall’inizio delle ostilità le sue essenziali comunicazioni marittime attraverso il Mediterraneo con perdite trascurabili, più preoccupato di difendere le proprie che di attaccare quelle avversarie.
C’è però una differenza sostanziale, che si deve notare.
E cioè le nostre perdite, pur mantenendosi per ora entro limiti non preoccupanti, sono andate aumentando; quelle inglesi invece sono andate enormemente diminuendo sia in valore assoluto sia — e ancor più — se considerate in relazione al volume di traffico, che grandemente aumentato in questi ultimi due mesi.
Durante i mesi estivi non c’era convoglio, anche modesto, di piroscafi, che non richiedesse l’uscita in mare di tutte le forze da battaglia inglesi e che non fosse insistentemente attaccato (sia pure con modesti risultati) dall’Aeronautica dislocata in Egeo, in Libia, in Sicilia. Il passaggio di qualche bastimento attraverso il Canale di Sicilia era un’impresa che gli stessi Inglesi consideravano assolutamente eccezionale.
Ora invece Malta è diventata impunemente un centro di sosta di piroscafi che vi arrivano, vi sostano e vi partono inosservati e la congiungente Egitto-Egeo è percorsa senza ritegno da una corrente continua di navi.
Essendo indispensabile, nel quadro generale della guerra, assicurare la capacità difensiva del fronte Cirenaica per non abbandonare Tobruk e tendere a conseguire la superiorità in Albania per passare alla controffensiva, si deve esaminare quali metodi e mezzi sono nelle nostre possibilità.